giovedì 18 febbraio 2010

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Dalla parte dei nazisti (2 di 2)


(Per leggere la prima parte dell'articolo clicca qui)

Possiamo considerare le opinioni di Umbero Eco nei confronti del fumetto bellico e quelle di Claudio Carabba nei confronti di Hessa esemplificative  di un punto di vista largamente condiviso, all'epoca, dalla società più conservatrice. Senza entrare troppo nel dettaglio, è evidente che denotano un approccio intransigente e fazioso non solo in base agli attuali criteri di giudizio ma proprio in relazione all'effettiva e concreta bontà delle accuse inquadrate nel loro contesto storico.
Eco definisce fascista la santificazione della guerra, l'esaltazione dell'ardimento, del sacrifico ecc, tutte circostanze che possono essere considerate a buon diritto metodi di propaganda bellica appartenenti a ogni società, ad ogni governo e ad ogni colore politico, non necessariamente al fascismo. E non considera che  sono anche componenti prettamente narrative, funzionali alla rappresentazione dell'eroe, e compaiono in forme un po' diverse anche in altri generi (ad esempio nel western). Carabba dal canto suo accenna ad un certo dramma interiore di Hessa per quanto riguarda la sua condivisione degli ideali nazisti, salvo poi parlare unicamente (per distruggerli con facilità) dei momenti in cui la protagonista aderisce completamente alla visione nazionalsocialista. Tralascia invece di esaminare la componente conflittuale che invece è di centrale importanza.

Disegno di Nevio Zeccara

Come dicevamo, infatti, nel fumetto italiano il punto di vista del nazista non poteva e non può essere accolto, per ovvie ragioni. Le rarissime testate che ci hanno provato hanno dovuto imboccare per forza la strada del compromesso. Hanno dovuto porre l'accento sul fatto che l'eroe, pur essendo nazista, non poteva condividere in pieno gli ideali del Führer. Hessa è stata pubblicata a partire dall'Ottobre del 1970, ma c'è un fumetto che è precedente di qualche mese e che offre un quadro più chiaro della questione perché, a differenza di Hessa, parla solo di guerra, senza componente erotica e sentimentale. Il titolo della collana è Franz (ed. Seper 1970), che non è il soldato maldestro e sciagurato delle Sturmtruppen (eheheh, non ho resistito, dovevo infilarcelo!):



Sturmtruppen di Bonvi, striscia n.3085

Ma è invece il biondo e teutonico Franz Huntmann, Il Sergente di Ferro:

Non perde tempo l'amico Franz a dirci che non vede di buon occhio il suo datore di lavoro, ma ci fa vedere anche che è un soldato ligio al dovere:

Da Franz n.1, prima tavola, dis.?

Non è un caso che il suo grado sia quello di Sergente (cioè ufficiale di basso grado), perché così può dimostrare la sua tempra di soldato valoroso quando ha a che fare con subordinati, ma può anche, all'occorrenza, esternare al lettore la sua disapprovazione quando il gerarca si comporta "troppo" da nazista. Guardate con che aura vengono raffigurati gli ufficiali delle SS:

 Da Franz n.1

 Ma la cosa più interessante è data dal fatto che gli autori, dovendo costruire tutta l'impalcatura di questa  conflittualità repressa, hanno dovuto lavorare molto sullo spessore psicologico e sulla vita personale del protagonista, cosa quanto mai strana per questo genere di fumetti, solitamente votati all'azione pura. E così, ecco che ci viene raccontato anche di quando Franz va in congedo e torna dalla sua famiglia!

Da Franz n.1
Anche in Hessa, come abbiamo detto, il conflitto personale è centrale, ma il tutto è complicato da altri aspetti della vicenda. La lotta interiore di Hessa non è soltanto dovuta a questioni etiche legate al nazismo. Il problema è anche quello dell'emancipazione femminile: chi vuoi essere, Hessa? La moglie fedele del focolare...


...o una donna  tutta d'un pezzo e con la sua forte identità?



Collezionisticamente Parlando:

Hessa viene pubblicata dalla Casa Editrice RG in 47 numeri, dall'Ottobre del 1970 all'Agosto del 1972. I disegni sono degli artisti dello Studio Rosi. Nei nn. 16 e 17 è allegata una cartolina.

Franz è pubblicato da Seper a partire dal Giugno del 1970 fino al Settembre del 1971. Escono 8 numeri (con periodicità irregolare), ma gli ultimi 4  non sono storie inedite bensì ricopertinati dei numeri precedenti.

Infine, se ci fosse tra i lettori del blog qualche fan del maestro spagnolo Jordi Bernet, segnalo che le immagini che ho mostrato la volta scorsa provengono da un numero dei Supplementi Guerra alla Collana Super Invincibili, serie di albetti prodotti per le buste sorpresa nei primi anni '70 (ma probabilmente la storia era già apparsa altrove precedentemente). L'immagine dell'albo è quella che appare a inizio post.

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